Argomento: Libro degli ospiti

Data: 09.07.2014

Autore: maria

Oggetto: x Elisa

Carissima Elisa. Come sempre dolce e positiva! Grazie per aver condiviso quel bel pensiero.... a te anche auguro di diventare un puno di riferimento per tanti tantissssssimi ragazzi! :)

Data: 02.07.2014

Autore: ELISA

Oggetto: BRAVA

Ti auguro un successo srepitoso, e che tu possa essere d'aiuto a tantissime persone..

" Io credo che in realtà da bambini siamo tutti filosofi,mentre è proprio
la nostra formazione ufficiale a estirpare in noi la filosofia...
( T.Adorno)

Data: 26.06.2014

Autore: valentina testa

Oggetto: "complimenti"

Uno dei primi pensieri della giornata è stato quello di andare a visitare il tuo sito.
Davvero complimenti e mi associo al pensiero di Mario...... di artigianale c'è ben poco!
Brava e soprattutto un grande in bocca al lupo da parte mia!

Data: 27.06.2014

Autore: maria

Oggetto: thank

Carissima Valentina. Sei dolce e cara, come sempre!!!!! Ovviamente sei padronissima di pubblicare ogni tuo pensiero o messaggio. Sei la benvenuta!! Un kiss grande.

Data: 25.06.2014

Autore: maria

Oggetto: Grazie!

Carissimo Mario. Grazie di cuore per l'incoraggiamento.... vedremo... quando vuoi c'è sempre uno spazio per te! Buona notte

Data: 25.06.2014

Autore: Mario Valentino

Oggetto: Congratulazioni

Ciao Maria, complimenti per il sito, artigianale ma non troppo direi! In bocca al lupo!!

Data: 25.06.2014

Autore: maria

Oggetto: grazie

Caro Emanuele Pesarini. Grazie di cuore per il tuo bellissimo articolo! Quando vuoi possiamo parlarne nella tua trasmissione radiofonica. ciao

Data: 25.06.2014

Autore: emanuele

Oggetto: https://www.lapretoria.it/cultura/item/1218-la-filosofia-dialogica-di-martin-buber-nel-saggio-della-prof-ssa-maria-de-carlo

Appunti per la ricerca di una direzione, saggio su Martin Buber è il nuovo scritto filosofico della giornalista e professoressa potentina Maria De Carlo. In settantasei pagine corredate da un’accurata sezione bibliografica, comprensiva della vasta letteratura secondaria sul pensiero e le opere del filosofo viennese, la De Carlo, giunta alla terza pubblicazione ( il primo volume Traguardi in itinere. Le Università della Terza Età risale al 2005, mentre è del 2006 il saggio su Emmanuel Lévinas, Uscire dall’egoità ) illustra gli aspetti tematici caratterizzanti di un'ampia gamma degli scritti di Buber, in particolar modo quella specifica fase della speculazione buberiana nota con il nome di filosofia dialogica, che ha inizio con la pubblicazione nel 1923 del testo Ich und Du, l’opera più celebre del filosofo naturalizzato israeliano, in cui vengono prese in esame le due parole fondamentali, l’Io e il Tu. La coppia io-tu ( il concetto di Beziehung ossia di luogo di relazione fondato sulla nozione di Gegenseitigheit ovvero reciprocità ) e la coppia Io-Esso, definendone i caratteri antropologici ed analizzando le dinamiche di queste coppie nell’uomo, nella società e nella storia. Il testo comprende cinque capitoli oltre ad una pagina finale, lasciata bianca per appunti e spunti del lettore successivamente alla lettura del testo e contiene oltre ad una premessa della stessa autrice, una nota critica a cura di Giovanna Borrello, già docente di Filosofia e Bioetica all’Università Federico II di Napoli e Conselour Filosofico ed una prefazione scritta dal saggista, critico letterario e docente di letteratura religiosa, Franco Trifuoggi. La prof.ssa De Carlo, nella sua ricostruzione espositiva del pensiero di Buber, parte da una premessa teoretica indispensabile per la comprensione della riflessione filosofica dialogica dell’autore, ossia la crisi antropologica e nichilista dell’uomo moderno, auto-privatosi di valori e punti di riferimento, nonché confuso sulla stessa capacità di distinguere eticamente il bene dal male, condizione che porta il suo animo a sperimentare in profondità il problema del malessere, inteso come star male, stare nel male o dell’essere-male inteso come ciò che è male per me, rendendolo incapace di dare un senso alle sue stesse scelte e alla sua stessa esistenza. Sin dalle prime pagine emerge come nell’assenza di punti di riferimento sia da cercare la causa di quella mancanza di direzione, di quella consapevolezza di sapere dove stiamo andando, che sola ci consente, nel perpetuo rinnovarsi dell’esistenza, di dare un senso ad ogni nostro gesto, incontro o scelta, a partire dalla quotidianità. La disamina del pensiero buberiano si sofferma quindi sul concetto di male, l’istinto cattivo della non-direzione, della mancanza da parte dell’animo di direzione verso Dio. Da intendersi come mancata presa d’atto dello specifico compito a cui Dio ha destinato il singolo uomo. Il male è anche il rifiuto da parte dell’Io di un rapporto dialogico autentico e diretto con il Tu, una mancanza di volontà che rende il rapporto falso, non più reciproco e strumentale, perché il Tu, l’altro da sé diventa un puro oggetto, un Esso asservito strumentalmente agli scopi del proprio sé. Nell’incapacità dell’Io di pronunciare il Tu e di guardare l’altro da sé, l’uomo moderno sperimenta le vette più alte della solitudine e della disumanizzazione e finisce con il diventare egli stesso un Esso, un oggetto caratterizzato da un attivismo senza scopo. Un individuo che, smarrita la direzione che orienta e dà senso alla sua stessa esistenza, non riconosce più il proprio volto, deformato o nascosto dalle piaghe dell’individualismo e del collettivismo. Uno dei leitmotiv del saggio della De Carlo è dunque stimolare attraverso la riflessione dialogica buberiana l’inizio di quel processo di ricerca della propria direzione, che giustifica il nostro agire e ci consente di superare quell’ansia legata alle responsabilità delle scelte che l’uomo è chiamato a fare ogni giorno, e da cui spesso l’uomo tende a fuggire, quasi a voler nascondere il peso che le responsabilità portano con sé. Come mostra l'autrice, Buber si pone il problema di poter reindirizzare l’Io verso il recupero di una relazione reciproca e un rapporto autentico con l’altro da sé, e la sola possibile risposta affermativa nasce da un pentimento che si traduce in una conversione (teshuvah), in un ritorno decisivo a se stessi, come inizio di un cammino, primo passo di un nuovo cammino, che partendo dal dialogo con sé stessi permette successivamente di aprirsi all’incontro con l’altro

Data: 25.06.2014

Autore: emanuele

Oggetto: considerazioni

in bocca a lupo per questa tua nuova e bella avventura... intellettuale Maria...

Data: 24.06.2014

Autore: cristina

Oggetto: considerazioni

Bellissimo il tuo sito; sono contenta di essere amica di una donna speciale come te.
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